Il bilancio … della “Riforma”
Posted 18 marzo 2010
on:Riportiamo parti di un articolo molto completo sulle conseguenze della “riforma” Gelmini, pubblicato su Repubblica.
Tagli, classi in meno, disagi e carenze il primo bilancio della riforma Gelmini
Piccoli smistati tra le classi, disabili col sostegno dimezzato e ragazzini in giro per la scuola con la sedia tra le mani alla ricerca di un insegnante che li ospiti. […] studenti lasciati da soli per mancanza di docenti disponibili e presidi alla disperata ricerca di prof da mandare in classe. […] taglio di 133 mila posti (87.500 cattedre e 42.700 amministrativi, tecnici e ausiliari) e 8 miliardi di euro nella scuola pubblica. La scuola primaria, con l’introduzione del “maestro unico prevalente”, ha pagato il prezzo più alto. […] Gli effetti. Per comprendere la dimensione e gli effetti dei tagli è sufficiente citare alcuni numeri a qualche circostanza. Sette mila alunni in più, nel 2009/2010, hanno trovato posto in 1.684 classi in meno. Inoltre, l’abolizione del modulo di tre insegnanti su due classi e delle compresenze ha fruttato, al momento, 12.426 posti in meno dello scorso anno. […] La scuola media. Alla scuola media il copione si ripete […] contrariamente a quello che è avvenuto alla scuola primaria, sono diminuite anche le classi a tempo prolungato: meno 1.675 classi in tutto. A farne le spese sono stati i prof. Le cattedre sparite sono oltre 18 mila e, senza più ore a disposizione per le supplenze, ogni giorno coprire tutte le classi per tutte le ore è un autentico rompicapo. […] Il sostegno. Altra nota dolente riguarda il sostegno. […] Quest’anno, frequentano le classi italiane 5.399 portatori di handicap in più ma i docenti specializzati sono diminuiti di 422 unità. […] [Leggi tutto l’articolo]
1 | Annamaria Lucchese
19 marzo 2010 a 10:20
Una nota positiva: la richiesta del maestro unico (e delle famose 24 ore settimanali di insegnamento) è stata scarsissima (una sola, nella nostra scuola primaria, per l’anno scolastico 2010-2011 .
Segno evidente che l’ex modulo (30 ore) e soprattutto il tempo pieno (boom di richieste, soprattutto al Centro-Nord)) rispondono alle necessità dei bambini e delle famiglie.